Artefici di numi. Favole antiche e utopie moderne fra Illuminismo ed Età Napoleonica

Il volume riflette, nelle sue tre sezioni, altrettante linee di ricerca coltivate dall’autrice nell’arco di un decennio: l’estetica neoclassica, il rapporto fra attività letteraria e cultura massonica nel Settecento italiano e la poesia dell’età napoleonica. Si tratta peraltro di linee non sempre distinte o distinguibili con facilità: di qui l’inevitabile riaffiorare – in contesti apparentemente estranei e magari in pagine lontane – di figura opere e problemi: esemplari, in questo senso, il ruolo di Aurelio Bertola (lettore di Parini e ‘maestro’ di Foscolo), il dibattito sulle traduzioni da Omero o il tema del ritratto. Si può dire che il baricentro del volume stia dunque nel rapporto strettissimo, vero perno della cultura neoclassica, fra la riflessione sui modelli antichi (da ripensare, giusta la lezione di Winckelmann, nella loro consistenza storica) e la necessità, sempre più incalzante a ridosso della rivoluzione americana e di quella frnacese, d’immaginare prospettive nuove per la vita sociale e politica.